martedì 30 aprile 2013

n.15 - Mi persi, chissà dov'ero

«Li vedevo muoversi  come marionette e credersi Dio...»




Guardai in alto nel cielo
se solo Dio sapesse cosa si prova a sentirsi così piccoli
forse ci avrebbe resi più grandi.
Ma ne saremo stati all'altezza se già guardiamo le cose dall'alto in basso, nonostante di grande non abbiamo niente?
La risposta è tacitamente data dal nostro atteggiamento e ancora più perfidamenta dalla nostra natura.
Soltanto la vita ancora si meraviglia di quanta bellezza ed enormità ci circondano.

Perdendomi nel blu dell'universo, le stelle invisibili mi osservano e penso che in fondo non sappiamo cosa significa vivere.



«Credersi, non significa esserlo.»

2 commenti:

  1. Interessante...leggerò poco per volte i tuoi scritti. Non lo aggiorni da un po,spero non abbia perso l'ispirazione..detto questo,credersi probabilmente non serve ad alcunche',ma ciò che siamo non lo conosciamo e non lo conosceremo qui,quindi credere ci aiuta e ci illude.In cosa credere,spetta all'individuo e poi chissà.Il dubbio e' la parte interessante della vita.Non trovi?

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    1. Non lo conosceremo qui? Questo dipende da noi. Siamo artefici del nostro destino e del nostro Essere, se percorriamo il cammino della conoscenza e scoperta di se stessi, credimi qualcosa di noi stessi lo scoveremo. Non in senso assoluto perché l'uomo scopre sempre nuovi limiti e nuove sfaccettature del nostro carattere, ma in parte secondo mio parere, sì.
      Il dubbio rende l'uomo curioso di sapere o spinge alla conoscenza in ogni modo, per questo poi chi vuole chi ha stimolo si inoltra in questa infinita ricerca...emozionante direi :D
      Grazie della tua opinione, rispetto e condivido.

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