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venerdì 14 settembre 2012

n.5 - Paura della solitudine

«E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.»

Leonardo Da Vinci



Questa citazione di Da Vinci calza a pennello con il significato che do io alla solitudine.
Cos'è in generale la solitudine?
E' uno stato di isolamento in cui un soggetto si ritrova per sua volontà o per quella altrui, tramite l'emarginazione.
L'essere umano in sé ha la caratteristica di esser indipendente, non ha bisogno di elementi complementari, caso mai aggiuntivi sì. Riesce a badare a se stesso, a vivere senza per forza avere la necessità di qualcun'altro. D'altronde bastano un cuore che batte e dei polmoni che funzionano per poter vivere.
Quello che invece si va cercando è la compagnia, perché i pensieri che si affollano nella mente umana sono troppi per non essere condivisi. 
Così nascono gli amici, così ci si affida alla propria famiglia, con la quale c'è un legame particolare e non paragonabile, così ci si innamora.
Un dilemma che le relazioni creano è la dipendenza ad esse. L'uomo che ha le sue abitudine, introducendo legami nella sua vita, fa anch'essi entrar parte della sua consuetudine, che con il passare del tempo non riesce più a fare a meno e anzi, nel caso in cui questo legame un giorno o l'altro venga a mancare, l'uomo ne sentirebbe la mancanza non riuscendo più a ritrovare un equilibrio nella sua quotidianità.

Ho definito un uomo generico, senza prendere in considerazione la sua psiche, che invece è importante per definire una sua ipotetica reazione.
Uomo - o donna che sia, che non è mai stato abituato a passare del tempo solo con se stesso, senza essere vincolato ad una relazione d'amore, si sentirà perso senza il suo partner.
Perché?
Perché essendo poco sicuro di sé, e caratterialmente fragile, una persona tende a concentrare tutte le sue energie sul proprio compagno - o compagna che sia, isolandosi dai rapporti esterni come l'amicizia, e vivendo una relazione a due. 
Spero non sia necessario sottolineare che è un'abitudine sbagliata, e anche se i due partner sostengono di sentirsi completi e soddisfatti in una relazione del genere, non bisogna e non ci si deve isolare. Altrimenti, una volta che la relazione finisce, la persona che ha messo tutto se stesso e si è focalizzato totalmente nella storia ne uscirà ancora più debole e sola perché senza più una persona su cui concentrarsi e condividere i momenti o i weekend.
Ebbene, bisognerebbe riuscire a passare più tempo con se stessi (come detto anche nel post n.2), perché bisogna esser capaci di star da soli e sentirsi a proprio agio perché siamo nati così, siamo nati soli, siamo nati indipendenti.
Non si deve pensare di essere un fallimento se un qualsiasi rapporto, di una qualsiasi natura non vada bene o non ha funzionato, è la vita, e bisogna andare avanti...anche da soli, essere capaci di cavarsela senza l'aiuto di nessuno.

Chi invece ha vissuto anni senza una relazione d'amore, che passa del tempo da sola e anzi, sente il bisogno dei suoi spazi e si gestisce il suo tempo così come si ritiene più soddisfatto, è una persona sicura di sé, che si rispetta, si vuole bene e non teme di restare sola.
La vita non è fatta per l'angoscia e la depressione.
La vita è respirare l'anima del mondo, sentirsi esplodere di energia, volare in alto, e ad ogni picchiata risalire su, dove il panorama ti toglie il fiato mentre guardi il mondo dall'alto in basso.



« La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.» 

Hermann Hesse




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