mercoledì 16 gennaio 2013

n.13 - Cos'è l'Amore?

«Amore non è amore 
se muta quando scopre un mutamento 
o tende a svanire quando l'altro si allontana. 
Oh No! Amore è un faro sempre fisso 
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. 
E' la stella-guida di ogni sperduta barca 
il cui valore è sconosciuto benché è nota la distanza. 
Amore non è soggetta al Tempo, pur se rosee labbra e gote 
dovran cadere sotto la sua curva lama.
Amore non muta in poche ore o settimane, 
ma impavido resiste fino al giorno estremo del giudizio. 
Se questo è errore e mi sarà provato 
Io non ho mai scritto 
E nessuno ha mai amato.»

William Shakespeare



Quale miglior premessa se non una citazione del grande William Shakespeare, una citazione che è nota anche ai meno appassionati dello scrittore.

Si cerca spesso di dare una forma all'Amore, di capire com'è fatto, cosa si prova. 
Ogni persona da una descrizione diversa di questo sentimento che in molti sperano di provare, almeno una volta nella vita.
Poeti, scrittori, da sempre fanno altrettanto. Esprimono a parole quel che è la voce del cuore.
Eppure la domanda non sembra mai soddisfatta.

Cos'è l'Amore?
Cosa si sente? Come si fa a sapere se si è innamorati o se lo si è mai stati?
Ebbene una risposta universale non esiste.
Perché benché l'Amore sia un sentimento universale, si rileva sotto forme soggettive.
Bisogna guardare dentro ognuno di noi per trovare la vera risposta. Osservare come da persona a persona, a età e amori differenti le proprie emozioni cambiano, per poi riuscire ad identificare l'Amore, quello maturo, quello imperturbabile, altruista e non egoista, generoso e mai possessivo.
L'Amore puro.
L'Amore che ti fa battere il cuore, e non si turba nel tempo, si deforma, ma senza danneggiare la passione travolgente di due cuori che sono alla continua ricerca dell'altro. 

Nella vita siamo sicuri di poter riconoscere tre tipi di Amore: quello infantile o adolescenziale, quello giovanile e quello maturo.
Dunque, nessuno dice che nel primo non si ama realmente, bensì si può solo dire che è un amore diverso, senza dubbio travolgente, ma il più delle volto non rispettoso e possessivo, non altruista ma accecante.
E quest'ultima caratteristica tende a rivelarsi anche in quello giovanile, dove il cuore benché cresciuto, tende a non dar ragione alla mente, e si perseguita in un amore straziante.
Nel terzo, e non certa ultimo, è un amore completamente diverso. E' un amore cresciuto, è un amore rispettoso, è un amore generoso che tende a dar spazio reciproco.
Seppur, ovviamente, ci sono relatività in ogni caso.

Cari Lettori ma soprattutto Lettrici,
non perdete la speranza.
L'Amore esiste. Bisogna conoscere se stessi, per saperlo riconoscere negli altri.






«Un caldo raggio di sole non potrà mai uguagliare il calore del tuo Amore, e cento petali di rosa non potranno uguagliare la gentilezza che ripongo nel nostro.»

«Amore significa lasciarsi travolgere dalle emozioni del mondo, e tenersi per mano durante il viaggio.»

G. Sessa





domenica 13 gennaio 2013

n.12 - Un amore settecentesco

«Quando la vidi realizzai che Dio era stato troppo benevolo nei miei confronti, ed ebbi paura di non meritarla.
Quale fiore così delicato arde di vita anche d'inverno? 
Un fiore raro, da cui ebbi fortuna di essere amato.»
G. Sessa



Mi guardai intorno, i miei occhi ansiosi di vederla cercavano solo i suoi. A malapena mi accorsi delle altre dame in sala se non quando gentilmente le scostavo per farmi spazio tra le persone.
Al centro fanciulle di nobil fama sorridevano timidamente al proprio compagno di ballo, il quale tentava di ammaliare l'altra con lo sguardo, e non mi fu dato sapere della riuscita nell'intento; non che mi interessasse davvero.
Entrando nella sala adiacente finalmente la scorsi, meravigliosa come sempre, mentre con grazia intratteneva i suoi interlocutori con - senza dubbio - discorsi vivaci per la mente dell'uomo.
Solamente quando alzò lo sguardo su di me mi accorsi di essere ancora sulla soglia, fermo, attento solo sulla sua figura e le virtù che possedeva.
Il suo volto si allargò in un delicato e vivo sorriso, e congendandosi dalla sua compagnia, si avvicinò a me.
Inchinai la testa, e lei fece lo stesso.
Per un attimo sentii i nostri respiri tentennare, così come i nostri occhi.
«Miss Haywood si sta godendo la serata?»
«Molto, Mr Clift. Seppur debbo dire che ora potrò godere di una compagnia assai più piacevole.»
Il mio sguardo si addolcì alle sue parole, e il mio cuore prese a battere in egual maniera.
Strano come il mio comportamento da gentiluomo davanti a lei sembrava esser scontante per poter dar spazio all'impeto dei miei sentimenti.
«Vogliamo fare una passeggiata in giardino? Il cielo oggi è sereno e le stelle potranno farci compagnia.»
«Come potrei privarmene?»
Le porsi il braccio a cui si poggiò delicatamente, e ci avviammo verso l'esterno della maestosa villa, allontanandoci dai chiacchericci di giovane donne e il suono della musica da ballo.
«Ho saputo che partirete domani per Londra.»
Il mio animo si incupì al sol pensiero, e al contempo le mie mani cominciarono a fremere per l'agitazione, il mio respiro più corto dall'emozione e il mio sguardo travolgente d'amore.
«Signorina Catherine, non posso indugiare oltre, i miei sentimenti per voi non me lo permettono.»
Le presi le mani e mi misi di fronte a lei, guardandola negli occhi.
«Non posso andare a Londra senza prima sapere che sarete mia per il resto della vita. Vi amo. Vi amo talmente tanto da non poter nascondere il mio trasporto e la mia ammirazione nei vostri confronti. Dal primo momento che vi vidi, e mi intratteneste con le vostre parole, osservando con quanto fervore vi pronunciavate, ho capito di amarvi, e desiderarvi.»
I suoi occhi sembravano splendere ancora di più alla mia dichiarazione.
Mi inginocchiai e tenendole la mano, e le dissi: «Mi rendereste l'uomo più felice del mondo, se accettaste di diventare mia moglie, Miss Catherine»
Con una mano tremante dall'amore nel suo cuore, e le lacrime non più trattenute per l'emozione mi rispose:
«Certo che sì! Non potrei mai desiderare alcun uomo al di fuori di voi.»



«Ho voluto scrivere di amori ormai inesistenti, e di caratteri ormai estinti.
Ho voluto scrivere per non far smettere di sognare.»


G. Sessa


venerdì 11 gennaio 2013

n.11 - Come vivere serenamente una relazione...


«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.»
B. Pascal


All'inizio di una relazione capita spesso di farsi paranoie, diventare improvvisamente insicuri e rendersi conto di non aver più controllo sul rapporto perché non sappiamo se l'altro è preso, o preso quanto noi; o al contrario noi siam più presi di lui/lei.
Ci si sofferma talvolta a pensare, e poi lo si fa sempre più, diventando un'ossessione.

All'inizio della frequentazione ci si fa un'idea dell'altro unica, stupenda, magnifica, e poi col tempo nonostante la persona davanti si mostra per quel che in realtà è, continuiamo a vederla come all'inizio, in quell'aurea magica e romantica che accosteremo sempre a lui o lei.

All'inizio dell'infatuazione, quando sentiamo il nostro trasporto per l'altra persona, abbiamo paura e ci attacchiamo maggiormente all'altro per non perderlo, anche se realmente non sappiamo se è il comportamento adatto.
Si comincia a ponderare le azioni, i gesti, i messaggi, per non sembrare appiccicoso e svelare le proprie emozione.

In realtà per vivere serenamente una relazione non ci sono regole o una ricetta speciale.
Bisogna semplicemente essere spontanei e vivere il momento e le situazioni che si creano con il vostro lui o la vostra lei.
Bisogna imparare a non pensare che sarà l'uomo o la donna della vostra vita, ma semplicemente vivere le sensazioni che vi danno.
Senza pensare, senza "ma" e senza "se.
L'altro vi amerà per come siete, non per come cercate di apparire.
E così deve essere.
Nessuna costrizioni o repressione di se stessi.

Finché si sta bene insieme, va bene così. Si deve vivere il presente...il poi è relativo.


"Seppur guardandola negli occhi capii di non poterla avere per sempre, respinsi quei pensieri superflui per godermi la vita e quel che aveva da donarmi"
 GS