giovedì 20 settembre 2012

n.7 - Scelte e cambiamenti


"Le stagioni cambiano, e con loro anche le nostre emozioni. In qualche modo ci sembra che siano legate. 
È buffo, come le convinzioni si tramutano in dubbi, e i dubbi in scelte...perché alla fine ciò che proviamo, ciò che pensiamo ci fa fare scelte, diverse da quel che all'inizio credevamo di prendere. 
È buffo, provare dei sentimenti e poi scoprire che sono cambiati, e questo ci rende più vulnerabili, perché più coscienti che avremmo potuto fare una scelta sbagliata, basata su di un sentimento volubile e non solido. 
Bisogna essere in grado di riconoscere ciò che è giusto, ciò che ci fa stare bene, da ciò che vorremmo che in realtà lo facesse. 

Le scelte ci rendono forti.
Le scelte ci cambiano.

Le scelte ci rendono in grado di cominciare un nuovo inizio, inevitabilmente insieme ad una stagione."


Giulia Sessa (SweetJuls)


Il testo soprastante l'ho scritto qualche mese fa, quando sentivo la mia vita raggiungere un cambiamento, quando finalmente sentivo quella monotonia tossica lasciar posto ad un nuovo inizio.
I cambiamenti sono inevitabili nella vita li viviamo ogni giorno, e non intendo solo quelli grandi ma anche quelli piccoli: la scelta di un biscotto diverso durante la colazione, la scelta di un luogo diverso per il pranzo o la scelta di una compagnia diversa con cui trascorrere del tempo.
Le nostre scelte ci condizionano, e da queste ne conseguono dei risvolti positivi o negativi che siano.
Molte persone non si sentono comodi con i cambiamenti, li vedono come un elemento di disagio nella propria vita. Se a qualcuno viene toccato un elemento di routine si sentono in ansia, fuori luogo.
Ad altre invece il cambiamento è qualcosa di necessario, per chi non ama la monotonia e la routine di una giornata, si sentono soffocare senza qualcosa di diverso che li ravviva.

Io amo i cambiamenti, se un giorno mi chiedessero di lavorare per un'impresa e di cambiare sede a livello mondiale, lavorando un anno a New York, l'altro a Dublino, l'altro a Tokyo e via dicendo sarebbe fantastico!
La banalità e la monotonia non fanno per me. In alcune cose certo vedere un volto famigliare o un luogo fa sempre piacere, ma cambiare, evolversi è un passo avanti, è sentirsi vivi.
C'è chi si sente vivo con le persone di ogni giorno, il lavoro di ogni giorno, i luoghi di ogni giorno...e chi è felice così. Non potrei mai giudicare tali persone, ma sono completamente diversa da loro.
E piuttosto consiglierei di rischiare, e buttarsi, di sentirsi agitare dentro provando esperienze nuove. Così facendo si impara a crescere.

Sto vivendo un altro cambiamento. Qualcosa di grande, di enorme, qualcosa che mi elettrizza e mi fa emozionare di vita.
Oltre all'adrenalina c'è anche un pò di timore, ma come ogni volta che ho con me l'ottimismo, niente mi terrorizza e mi blocca ora come ora.

I cambiamenti mi fanno sentire invincibile



domenica 16 settembre 2012

n. 6 - Usanze dal mondo...Thailandia

Navigando sul web in cerca di tradizioni strane, mi sono imbattuta in molteplici usanze una più curiosa dell'altra.
Oggi vorrei parlare degli usi e costumi della Thailandia.

I Thai sono un popolo molto pudico e in loro c'è un radicato senso di rispetto. Non sono soliti stringere la mano per salutare, ma usano il wai, un saluto fatto congiungendo le mani, come quando si prega.
La parte più spregevole del corpo, per i Thai, sono i piedi, è infatti maleducato puntarli in direzione di qualcuno. Invece la parte più nobile di un uomo è la testa, ed è bene evitare di toccarla, a onor di ciò bisogna fare attenzione all'utilizzo che si fa del cuscino, considerato quasi intoccabile. Perciò è sgradito sedersi su di un cuscino preso dal letto se viene destinato ad ospitare una zona impura come il sedere.

Due delle tradizioni Thailandesi sono la festa di Loi Krathong e quella di Songkhran.

La prima si festeggia la notte di luna piena del dodicesimo mese lunare (10-11 novembre), e deriva dalla tradizione Indù, in onore della Dea dell'acqua, la quale si ringrazia per l'acqua che continua a scorrere nei fiumi e per non aver portato siccità. Solitamente vengono offerti dei doni per scusarsi di aver inquinato l'acqua.
Vengono deposti delle luci sull'acqua di fiumi e canali, lasciandoli andare alla deriva.
L'immagine di migliaia di luci galleggianti di notte deve essere qualcosa di spettacolare!!

La festa di Songkhran si celebra dal 13 al 15 aprile in occasione del nuovo anno lunare buddhista.
Oltre all'aspetto religioso, Songkhran è soprattutto un'occasione per abbandonarsi all'allegria e agli scherzi con l'acqua. Non mancano parate e concorsi di bellezza.

I Thai festeggiano anche il Capodanno occidentale, il primo gennaio e il Capodanno cinese.

Le culture Orientali sono molto diverse da quelle Occidentali, principalmente dovuto alle diverse religioni. Bisogna comunque avere rispetto per le culture che noi non conosciamo, e anzi avere curiosità di interessarsi e conoscerle meglio.
Sono popoli interessanti e particolari, che si portano dietro anni e anni di tradizioni e usanze e proprio per questo tutti da scoprire!

venerdì 14 settembre 2012

n.5 - Paura della solitudine

«E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.»

Leonardo Da Vinci



Questa citazione di Da Vinci calza a pennello con il significato che do io alla solitudine.
Cos'è in generale la solitudine?
E' uno stato di isolamento in cui un soggetto si ritrova per sua volontà o per quella altrui, tramite l'emarginazione.
L'essere umano in sé ha la caratteristica di esser indipendente, non ha bisogno di elementi complementari, caso mai aggiuntivi sì. Riesce a badare a se stesso, a vivere senza per forza avere la necessità di qualcun'altro. D'altronde bastano un cuore che batte e dei polmoni che funzionano per poter vivere.
Quello che invece si va cercando è la compagnia, perché i pensieri che si affollano nella mente umana sono troppi per non essere condivisi. 
Così nascono gli amici, così ci si affida alla propria famiglia, con la quale c'è un legame particolare e non paragonabile, così ci si innamora.
Un dilemma che le relazioni creano è la dipendenza ad esse. L'uomo che ha le sue abitudine, introducendo legami nella sua vita, fa anch'essi entrar parte della sua consuetudine, che con il passare del tempo non riesce più a fare a meno e anzi, nel caso in cui questo legame un giorno o l'altro venga a mancare, l'uomo ne sentirebbe la mancanza non riuscendo più a ritrovare un equilibrio nella sua quotidianità.

Ho definito un uomo generico, senza prendere in considerazione la sua psiche, che invece è importante per definire una sua ipotetica reazione.
Uomo - o donna che sia, che non è mai stato abituato a passare del tempo solo con se stesso, senza essere vincolato ad una relazione d'amore, si sentirà perso senza il suo partner.
Perché?
Perché essendo poco sicuro di sé, e caratterialmente fragile, una persona tende a concentrare tutte le sue energie sul proprio compagno - o compagna che sia, isolandosi dai rapporti esterni come l'amicizia, e vivendo una relazione a due. 
Spero non sia necessario sottolineare che è un'abitudine sbagliata, e anche se i due partner sostengono di sentirsi completi e soddisfatti in una relazione del genere, non bisogna e non ci si deve isolare. Altrimenti, una volta che la relazione finisce, la persona che ha messo tutto se stesso e si è focalizzato totalmente nella storia ne uscirà ancora più debole e sola perché senza più una persona su cui concentrarsi e condividere i momenti o i weekend.
Ebbene, bisognerebbe riuscire a passare più tempo con se stessi (come detto anche nel post n.2), perché bisogna esser capaci di star da soli e sentirsi a proprio agio perché siamo nati così, siamo nati soli, siamo nati indipendenti.
Non si deve pensare di essere un fallimento se un qualsiasi rapporto, di una qualsiasi natura non vada bene o non ha funzionato, è la vita, e bisogna andare avanti...anche da soli, essere capaci di cavarsela senza l'aiuto di nessuno.

Chi invece ha vissuto anni senza una relazione d'amore, che passa del tempo da sola e anzi, sente il bisogno dei suoi spazi e si gestisce il suo tempo così come si ritiene più soddisfatto, è una persona sicura di sé, che si rispetta, si vuole bene e non teme di restare sola.
La vita non è fatta per l'angoscia e la depressione.
La vita è respirare l'anima del mondo, sentirsi esplodere di energia, volare in alto, e ad ogni picchiata risalire su, dove il panorama ti toglie il fiato mentre guardi il mondo dall'alto in basso.



« La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.» 

Hermann Hesse




Se avete argomenti da proporre, e su cui vorreste avere un punto di vista, chiedete pure!

Thank you for visiting!




giovedì 13 settembre 2012

n.4 - Problemi d'autostima

"I nostri dubbi sono traditori e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perché abbiamo paura di tentare"

William Shakespeare



La frase sopra riportata è un forte invito a prendere in mano la propria vita mettendo da parte le proprie insicurezze.
I problemi d'autostima sono molto più comuni di quanto si possa pensare, perché le persone tendono a dare sempre più peso al giudizio che hanno gli altri su di sé, perché si sentono diversi da chiunque altro, perché si sentono andare controcorrente.

Ebbene, bisognerebbe imparare a rispettarsi, a volersi bene e accettarsi così come si è, sia esteticamente che caratterialmente. 
Non bisogna sentirsi inferiori, bisogna ignorare quel che le persone pensano, così facendo si vivrebbe una vita più serena e spensierata, nessuna angoscia e niente ansia.

La conseguenza di un basso livello di autostima è l'isolamento e l'esclusione dalla massa. 
Ci si chiude come un riccio, che si nasconde agli occhi di chi lo minaccia; la differenza però è esser privi degli aculei, non attaccare e non difendersi. 
Un riccio senza la sua protezione ha la vita appesa a un filo.
Una persona ha la capacità di reagire nonostante non abbia le spine, perché ha delle convinzioni più forti dentro di sé e delle certezze che bisogna imparare a coltivare.
Si deve dedicare del tempo a se stessi, alla conoscenza di sé, della propria persona.
Aumentando la propria sicurezza, ci si sente più forti e quasi inarrestabili, pronti a difendersi contro qualsiasi attacco. 
Si potrebbe ad un primo impatto sembrare indifesi, ma al momento giusto saper tirare fuori gli aculei nascosti dentro di sé, cogliendo l'avversario di sorpresa.
E' questo il vantaggio che noi abbiamo a differenza del riccio: l'essenziale è invisibile agli occhi - citando il Piccolo Principe.

La grinta, la passione per quello in cui si crede, è una ragione di vita potente, che ti fa brillare di una luce che ti spinge ad andare avanti e lottare con tutte le forze.

Non si deve aver paura di tentare, e nel fallimento si imparerà a rinascere!

mercoledì 12 settembre 2012

n.3 - 50 sfumature...de che?

Quest'oggi propongo un post dedicato ad un libro di cui si parla molto in questo periodo, e come avrete intuito dal titolo e dalla foto, si tratta di "50 sfumature di Grigio".

Che dire? Propongo una definizione con due parole: quasi orrendo.
Se la trama può aver catturato la mia attenzione, una volta letto il primo libro - e deciso di fermarmi a quello - mi sono resa conto che l'autrice, o è una dodicenne o ha preso un colpo alla testa.
Mi chiedo come sia possibile che questo racconto abbia fatto così tanto successo.

Ci sono alcuni punti che vorrei esporre.
Il primo è la scrittura: i pensieri sono scontati così come la narrazione, e come detto prima, sembra esser stato creato da una bambina.
Il secondo punto è il contenuto della storia: surreale. Credo sia molto comune oggigiorno, che un ragazza vergine dopo aver scoperto che il ragazzo di cui si è preso una cotta è sadomasochista, decide di stargli accanto ugualmente. Molto realistico, sì, davvero!
Dopo esser giunta a questa parte del libro, la mia voglia di leggere il resto era quasi del tutto finita. Mi sono sforzata, perché non amo lasciare a metà la lettura di un testo.
Il terzo punto riguarda le scene cosiddette "erotiche". Ebbene non c'è niente di erotico.
E' solo un tentativo, riuscito male, di descrivere scene di sesso dovuto all'imprecisione nella narrazione e l'incapacità di raccontare.
Il quarto punto è più che altro un'osservazione: trama ispirata dalla saga di Twilight, confermato dall'autrice stessa. Quel che è triste, è che non c'è stato neanche il bisogno di andarsi informare su ciò, avevo notato una certa somiglianza già a metà libro. Lui, il tenebroso che nasconde un segreto. Lei, si fa ammaliare e resta accanto a lui nonostante le si viene svelato il mistero.
Il problema è che Twilight è un fantasy, come tale è giustificato il comportamento dal momento che è una storia irreale, mentre 50 sfumature di grigio cade nel ridicolo.
Effettivamente, quante ragazze vergini accettano di sottomettersi al sadomasochismo?

Un voto da 1 a 5: 2

martedì 11 settembre 2012

n.2 - Il tempo è la migliore medicina...

Si dice che il tempo sia la migliore medicina, ma una persona con il cuore in frantumi quanto può sentirsi confortata da questa frase?
Il tempo è un periodo troppo indefinito, e infinito...ci si può sentire meglio dopo un mese, dopo un anno o due, e in quel momento che ti senti andare a pezzi e morire dentro, pensare di star male ancora per così tanto tempo non fa altro che aumentare la forza di gravità, fino a sentirti completamente a terra.

Quindi si cerca di trovare un altro rimedio, qualcosa di più immediato, qualcosa che riesca a toglierti l'angoscia che si è impossessata di te, e la soluzione arriva quando una sera, ti imbatti in quel tuo amico per cui avevi una cotta alle medie, e lui si comporta con fare gentile e amichevole. In quel momento pensi solamente a volerti sentire amata e desiderata ancora, inconsciamente non ti rendi conto che lo stai facendo solo per dimenticare un'altra persona. Sembra che ti piaccia davvero, che ti fa sentire bene e a tuo agio.
La verità è che riesce a farti scordare che il tuo cuore e a pezzi, e vuoi solamente continuare a sentirti così. Serena. 

Il problema è capire se è davvero la soluzione adatta. Non sarebbe meglio riuscire a farcela con le proprie forze?
Uscire da una storia non è mai stato facile, eppure la soddisfazione di dire che ci si è riusciti grazie alla propria forza di volontà, grazie agli amici che ti stanno vicino è mille volte più appagante!
Ci sono passata anch'io, e il consiglio che do è quello di resistere, di uscirne vincitori sulle proprie gambe, e state certi che ne uscirete più forti, più sicuri di voi stessi, più coscienti di ciò che volete, di ciò che meritate e di ciò che siete.
Non bisogna mai accontentarsi, non bisogna mai adeguarsi alle circostanze.
Bisogna scegliere la via più difficile.
Come un percorso in bicicletta: i più caparbi vogliono avere la soddisfazione di attraversare una ripida salita, gli altri preferiscono la strada più semplice...









lunedì 10 settembre 2012

n.1 - Quando hai un'idea in testa...

"I miei pensieri sono le mie puttane" 
D.Diderot

Comincio citando un aforisma di Diderot, a cui mi sono ispirata per il titolo di questo blog.
L'idea di questo spazio è nata da un sogno, irrealizzabile o meno che sia l'importante è seguirlo, no? 
Perciò come Diderot segue ogni sua idea e le corteggia come se fosse una puttana, io faccio lo stesso e comincio quest'avventura sul web.
Scriverò ogni mia riflessione, ogni mio pensiero così da poterlo condividere, perché è un sentimento che sento prepotente dentro di me, e mi spinge a comunicare.
Ringrazio fin da ora chiunque commenterà, o meglio anche solo avrà curiosità di leggere il mio piccolo angolo dei pensieri.

Grazie


Quando hai un'idea in testa...

Non vi è mai capitato di scoprire di avere un sogno, un obiettivo, e di volerlo raggiungere a qualunque costo, perché sapete che è quella la vostra strada e il vostro futuro?
Immagino che alla maggior parte di voi è capitato.
Ebbene io ho un sogno, non so se sarà il mio futuro, non so se riuscirò a raggiungerlo, ma perché tarparmi le ali e non provarci?
Mi è capitato di consultarmi con la mia famiglia e i miei amici su questa mia idea, alcuni mi supportano pienamente mentre altri credono sia una sciocchezza. Riflettendo, mi sono resa conto che il primo gruppo di persone che mi incita, riesce a farlo perché è ancora in grado di sognare, e il resto delle persone sono ormai parte del sistema, dove non ti stupisci più, dove le speranze e i sogni ti vengono strappati via, sostituendoli allo scetticismo e alla monotonia.
Tempo fa ho letto un libro "Il mondo di Sofia", che ha stravolto i miei pensieri e mi ha reso capace di creare una mia filosofia. 
Ho compreso che non bisogna dar per scontato nulla nella nostra vita, bisogna sapersi meravigliare di tutto e per sempre. Bisogna esser capaci di sognare, a qualsiasi età, in qualsiasi posto.

La fantasia è il più grande dono e ingegno della mente umana, perché farne a meno? 
Senza la mia fantasia il mondo sarebbe meno colorato, forse in bianco e nero, e con alcune sfumature di grigio quando i due colori si mischiano in qualche luogo. 
Ma la fantasia è magia, è una magia che si coltiva da piccoli e ci fa compagnia durante la nostra vita...
è una magia fatta di così tanti trucchi che neanche David Copperfield saprebbe svelare.
I sogni, la maggior parte, nascono da un disegno nella nostra testa, e poi la Fantasia lo colora. A volte la Fantasia esce fuori dallo schema, distorcendo un pò l'immagine, su cui per un attimo ci soffermiamo e ci rendiamo conto che quel disegno potrebbe anche far parte di uno più grande; quindi allarghiamo il disegno e riempiamo di colori anche la parte appena fatta, questa volta il colore resta all'interno del bordo perché quest'ultimo non è fine come l'altro è più spesso e più marcato, è definito e non incerto e pallido.
Quando l'idea è ferma, e quando noi ne siamo sicuri, non c'è nessuno che ce la possa far cambiare, rompere un sogno talmente bello da sembrare reale.
Bisogna crederci.


La magia la creiamo noi, è dentro di noi, siamo noi.
Quel che dobbiamo fare è aprire la nostra mente al mondo e rendercene conto.