martedì 11 settembre 2012

n.2 - Il tempo è la migliore medicina...

Si dice che il tempo sia la migliore medicina, ma una persona con il cuore in frantumi quanto può sentirsi confortata da questa frase?
Il tempo è un periodo troppo indefinito, e infinito...ci si può sentire meglio dopo un mese, dopo un anno o due, e in quel momento che ti senti andare a pezzi e morire dentro, pensare di star male ancora per così tanto tempo non fa altro che aumentare la forza di gravità, fino a sentirti completamente a terra.

Quindi si cerca di trovare un altro rimedio, qualcosa di più immediato, qualcosa che riesca a toglierti l'angoscia che si è impossessata di te, e la soluzione arriva quando una sera, ti imbatti in quel tuo amico per cui avevi una cotta alle medie, e lui si comporta con fare gentile e amichevole. In quel momento pensi solamente a volerti sentire amata e desiderata ancora, inconsciamente non ti rendi conto che lo stai facendo solo per dimenticare un'altra persona. Sembra che ti piaccia davvero, che ti fa sentire bene e a tuo agio.
La verità è che riesce a farti scordare che il tuo cuore e a pezzi, e vuoi solamente continuare a sentirti così. Serena. 

Il problema è capire se è davvero la soluzione adatta. Non sarebbe meglio riuscire a farcela con le proprie forze?
Uscire da una storia non è mai stato facile, eppure la soddisfazione di dire che ci si è riusciti grazie alla propria forza di volontà, grazie agli amici che ti stanno vicino è mille volte più appagante!
Ci sono passata anch'io, e il consiglio che do è quello di resistere, di uscirne vincitori sulle proprie gambe, e state certi che ne uscirete più forti, più sicuri di voi stessi, più coscienti di ciò che volete, di ciò che meritate e di ciò che siete.
Non bisogna mai accontentarsi, non bisogna mai adeguarsi alle circostanze.
Bisogna scegliere la via più difficile.
Come un percorso in bicicletta: i più caparbi vogliono avere la soddisfazione di attraversare una ripida salita, gli altri preferiscono la strada più semplice...









6 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo con quello che hai scritto Giluy, non bisogna mai prendere la strada più facile anche se in quel momento ci sembra la più giusta o che ci possa rendere più sereni o felici.
    P.s. ti faccio i complimenti per questo blog :)Continua così baci. Anna.

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  2. Come dici Tu, in questo tuo splendido e profondo scritto, il tempo viene utilizzato, in senso metaforico, come una medicina, come una sorta di cicatrene, il tutto per curare e chiudere i tagli che si formano nel cuore e quei graffi che lacerano l'animo quando una storia finisce o si perde una persona cara.
    Quando però, il corpo e la mente sono ormai assuefatti da tale medicina, si rimane soli con i propri pensieri, che ogni giorno non fanno che fortificare quel nemico dalle ignote sembianze di nome Malinconia. E' proprio in quel momento che ci si pone una domanda : "Ma allora come posso combattere un nemico che non ha sembianze?".
    A questo punto entrano in questo gioco, chiamato Vita, gli amici e la famiglia, che non ti fanno pensare e ti fanno uscire da quello stato di catatonismo in cui si cade, da quell'oblio che sembra non voler mollare il tuo animo lacerato.
    Ma è solo apparenza, solo una proiezione dello stare bene, perché in realtà deve scattare qualcosa nella testa e nel cuore, ma ci sono sentimenti che non passano mai, altri che si evolvono o si trasformano in odio; ci sono persone che vuoi o non vuoi ti rimangono dentro per quello che ti hanno dato, perché ti hanno fatto crescere e capire molto.. e soprattutto perché ti hanno insegnato che quando si ama veramente non si ferisce mai la persona che si ha accanto...mai.

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    1. Come risponderti?
      Senza dubbio hai ragione. Quel "qualcosa" che scatta nella testa deriva da una profonda conoscenza di se stessi, a seguire di un profondo rispetto e altrettanto volersi bene.
      Non sto parlando del breve periodo, ovvero nel momento in cui una storia finisce ed è normale rimanere in uno stato di malessere interiore.
      Prendo in considerazione il lungo periodo, dove bisogna imparare ad andare avanti con la propria vita e voltare pagina, perché il mondo va avanti e si rischia di perder quel tempo utilizzabile per vivere!

      Grazie di cuore per il commento :)

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  3. Teorie giuste e inappuntabili, ma la realtà è che molte persone semplicemente non ce la fanno, non ce la possono fare, non sono abbastanza forti e non hanno abbastanza volontà. Con certe qualità è come succede quasi sempre col denaro: più si hanno e più si sviluppano, meno si hanno e più si peggiora.

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    1. Quindi secondo il Tuo, mi permetto di darti del Tu, queste persone rimarranno per sempre tristi e sole?
      La "FORZA" si conquista con le esperienze, con le amicizie, gli amori, le delusioni e gli errori.
      Forse Tu hai ragione, forse Io sono una di quelle persone, forse lo sei anche Tu o forse lo è la nostra "scrittrice"; l'importante è sorridere, sorridere e sorridere sempre. Ricorda che dopo la tempesta arriva sempre la calma e il sole torna sempre a risplendere.
      La cosa bella è incontrare per strada chi ci ha deluso, avendo le sue ragioni o perché lo ha fatto apposta, ed esprimere la propria serenità.
      Non ne vale la pena portare rancore. Chi è debole è perché vuole esserlo.
      "La vita è fatta dai lupi ed infondo ognuno di noi ci danza insieme come Kevin Kostner" (Cit. Delle Volte -Onemic).


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    2. Credo di non aver capito la tua riflessione, anzi solo la prima parte. Hai accostato due aggettivi triste e soli, che io non ho fatto..ho detto di star soli a riflettere e crescere, con amici che ti stanno affianco...la scrittrice non è triste, ama la vita e la vive! :)
      E sì, chi è debole è perché vuole esserlo, sono d'accordo :D
      Grazie infinite per il commento :)

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